Roma - Una tunica nera e una bandiera dell'Isis: così il Califfato si affaccia in Italia. E' la prima volta che il vessillo dello Stato Islamico viene trovato nel nostro Paese, in casa di Hmidi Saber, il tunisino di 34 anni, affiliato all'Ansar al-Sharia e già in carcere a Rebibbia per una condanna di 3 anni e 8 mesi per porto abusivo di armi. Nei suoi confronti è stata eseguita una nuova misura di custodia cautelare perché proprio in prigione ha intensificato la sua attività di reclutamento e proselitismo.
Sulla bandiera sequestrata nella casa di Ciampino ci sono le scritte della "Shaada", ossia la professione di fede: "non vi è altro Dio oltre Allah". Mentre al centro compare il sigillo di Maometto che si traduce in : "Mohamed è il suo profeta". Sotto il logo centrale c'è la scritta "Ansar al Shari-a", simbolo dell'organizzazione terroristica operativa in Tunisia e Libia.
Chi è Hmidi Saber
L'uomo, secondo gli inquirenti, sarebbe collegato all'Ansar al-Sharia (gruppo terroristico jihadista attivo in Tunisia dal 2011). E' padre di una bimba e marito dal 2008 di un'italiana, Caterina, convertita all'Islam.
Il tunisino da quando è arrivato in Italia è stato trasferito da un carcere all'altro a causa del suo comportamento pericoloso e violento. Più volte, inoltre, ha manifestato la volontà di andare a combattere per il Jihad (guerra santa).
Grazie alle intercettazioni, gli inquirenti hanno scoperto che il padre di Hmidi ha manifestato preoccupazione per le scelte del figlio che per anni in carcere ha avvicinato detenuti di religione islamica, spesso raccolti in gruppi di preghiera, incitandoli ad aggredire quelli di religione cattolica. Forte di una notevole prestanza fisica non si è fatto mai problemi ad aggredire lui stesso gli agenti di polizia penitenziaria.
Le dichiarazioni delle forze dell'ordine sull'arresto di Hmidi Saber - VIDEO
Di cella in cella, la storia di Hmidi Saber
- Carcere di Velletri, 2011 - Inizia la "radicalizzazione religiosa" di Hmidi finito in prigione dopo essere stato arrestato per droga.
- Uscito dal carcere Saber comincia a praticare l'Islam frequentando le moschee. Sempre a questo periodo risalgono i primi contatti con i tunisini di Ansar al-Sharia.
- 9 novembre 2014 - Saber è fermato insierme con un'altra persona a Roma, in via dei Sette Metri, zona Malafede. Sula Golf che stava guidando gli agenti trovano una bomboletta spray anti aggressione, un passamontagna e un paio di guanti in lattice. Punta una pistola contro gli agenti che gli chiedono spiegazioni e dopo una colluttazione riesce a fuggire insieme al complice. Qualche ora dopo durante una perquisizione in casa sua vengono sequestrati anche 33 telefoni cellulari, 8 pc portatili, 2 Ipad, 1 hard disk esterno ed una bandiera nera.
- 10 novembre 2014 - Viene arrestato nel quartiere romano di San Basilio. Processato, è condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione che sta ancora scontando.
- Febbraio 2015 - Hmidi Saber si autoproclama capo di un gruppo di preghiera in carcere.
- Carcere di Civitavecchia, giugno 2015 - E' il mandante di una spedizione punitiva contro un detenuto che si era lamentato delle preghiere notturne.
- Carcere di Frosinone, luglio 2015 - Si fa notare per una violenta aggressione nei confronti di un detenuto italiano che aveva contestato i continui ed insistenti discorsi inneggianti all'Islam.
- Agosto 2015 - Un suo compagno di preghiera denuncia di aver subito soprusi e imposizioni.
- Carcere di Napoli, maggio 2016 - Nuovo episodio di violenza ai danni di un detenuto nigeriano di fede cristiana.
- Carcere di Salerno - Saber urla agli agenti che avrebbe tagliato la testa a chi non avesse accontentato le sue richieste.
- Carcere di Viterbo, settembre 2016 - Hmidi aggredisce i secondini