Milano - E' quella passionale la pista privilegiata dagli investigatori per dare un nome a chi ucciso Gabriella Fabbiano, la donna di 43 anni trovata morta in una cava a Cernusco sul Naviglio nel Milanese. Ieri pomeriggio, verso le 15, un uomo ha visto affiorare dallo specchio d'acqua profondo 12 metri un telo di plastica da mercato che impacchettava il cadavere. C'erano anche tre grandi blocchi di cemento armato che, nelle intenzioni dell'assassino, avrebbero dovuto tenere il corpo sommerso. Nessuna telecamera, nessun testimone che possano illuminare quanto successo nella nebbia fitta di ieri, ma i carabinieri di Cassano d'Adda e i magistrati, Francesco Cajani e Alberto Nobili, hanno ricevuto spunti interessanti dai testimoni ascoltati in queste ore. Nel passato della vittima ci sono un matrimonio e due figli, che però non vivevano con lei. Negli ultimi tempi, secondo i primi riscontri degli investigatori, aveva avuto una vita sentimentale 'movimentata', frequentando più uomini, ed è soprattutto in questa cerchia che gli inquirenti cercano elementi per decifrare l'accaduto. Sul corpo il medico legale non ha riscontrato nessun segno di violenza, solo in viso era visibile il segno di un impatto con un masso, forse provocato dalla caduta in acqua. La donna era in pigiama e senza scarpe, un dettaglio che fa escludere che fosse una prostituta e che sia stata uccisa dove e' stata trovata. Molto probabile dunque che il decesso sia avvenuto in un appartamento. Non e' invece ancora chiaro se avesse un lavoro. Domattina alle 8 si svolgera' l'autopsia che potrebbe far emergere le modalita' dell'uccisione, come il soffocamento o lo strangolamento.