Cremona - Il 'modello Cremona' è vincente nel contenimento delle nutrie. Ne è convinto il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti che, a margine del convegno "Salvaguardare la biodiversità senza ideologie" promossa dalla provincia di Cremona e dalla Fondazione Una, ha fatto il punto sul problema del sovraffollamento di una specie non autoctona introdotta in Italia per la produzione di pellicce e poi proliferata in modo incontrollato. Dismessi gli allevamenti, in assenza di predatori naturali, la proliferazione delle nutrie ha causato ingenti danni all'ambiente e all'agricoltura. La provincia di Cremona, con il supporto scientifico della Fondazione Una, e nell'ambito della legislazione vigente, ha sperimentato il controllo di questa specie creando una sinergia tra le eccellenze scientifiche locali (dipartimento di Veterinaria e Universita') , istituzioni (Provincia, Polizia Locale Provinciale), realtà nell'ambito naturale (Ente parco) e cittadini.
Il progetto è partito dalla formazione di 700 operatori volontari autorizzati, istruiti sulla legislazione vigente, sulle caratteristiche delle specie e sulle metodologie di abbattimento e smaltimento delle nutrie. Non esistono dati certi sul numero di esemplari di nutrie presenti in Italia, ma alcune fonti come Coldiretti stimano un rapporto di una nutria ogni 10 abitanti in Lombardia , con il record nelle pianure i Lodi e Mantova dove si trova un roditore ogni due abitanti, e a Cremona uno ogni tre. Un rapporto molto alto quello di Cremona, che pare confermato anche da altre stime diffuse nel 2013 dalla Regione Lombardia che parlano di 2,3 milioni di esemplari nel territorio lombardo. Colmato il vuoto normativo sul problema, ora serve un impegno costante e continuato nel tempo.
"Abbiamo fatto una norma - spiega Galletti - dove autorizziamo le Regioni all'abbattimento e all'eradicazione del nucleo, questo in base a un principio scientifico non a un principio derivante solo dalla pancia della gente. A quello abbiamo fatto riferimento, e su questo o stiamo andando avanti". "Certo non è la caccia libera alla nutria - spiega ancora Galletti- serve personale autorizzato, anche gli agricoltori possono essere autorizzati a farlo sotto una direttiva delle Regioni. Spero che le Regioni - ha auspicato il ministro - si muovano in fretta in questo senso perche' la nutria sta diventando un problema sia per l'agricoltura che per il dissesto idrogeologico, quindi per il Paese". Per Galletti, "non è un problema economico, è un problema di volontà di farlo. Da parte del ministero dell'ambiente c'è tutto il supporto tecnico disponibile da parte dell'Ispra per aiutare le Regioni a farlo. Credo - ha concluso Galletti - che le Regioni e il mio ministeri insieme possano fare un bel lavoro: se c'è un problema economico, lo risolveremo insieme".
"Oggi ci sono tutti gli strumenti legali per operare, ma serve un impegno costante e continuo nel tempo" ha aggiunto Galletti "Risorse, approccio scientifico e coinvolgimento del territorio, Su questa base, non certo sull'emotività, si può costruire un rapporto di convivenza tra uomo e specie animali che non metta in pericolo le specie e allo stesso tempo non crei danni all'attività umana, partendo dall'agricoltura".
(AGI)