di Salvatore Izzo
CdV - Su Twitter qualche buontempone ha subito commentato: "Ora tutti i gesuiti del mondo dovranno farsi crescere i baffi?". Il nuovo 'Papa nero', Arturo Sosa Abascal, infatti, appartiene a quella piccolissima minoranza di religiosi che hanno i baffi (bianchi, nel suo caso, avendo quasi 68 anni). Questa caratteristica dice forse un po' del suo carattere forte ma soprattutto fa pensare al padre del Venezuela, Simon Bolivar, una figura emblematica per tutta l'America Latina. Ed è un segno dei tempi che a capo dei 17mila gesuiti (quello fondato da Sant'Ignazio è l'ordine religioso più numeroso e diffuso) ci sia il figlio di un paese così grande e importante, oggi però, con la Colombia e il Messico, tra i più feriti del nuovo mondo.
Un 'generale' latino per l'esercito dei 17mila gesuiti
PADRE LOMBARDI, "FRANCESCO IL PRIMO A ESSERNE INFORMATO"
"Per i venezuelani sono contento, è una persona molto presente nel campo della riflessione sociale, come cristiano", confida padre Federico Lombardi, ex portavoce vaticano ed elettore nella Congregazione Generale della Compagnia di Gesù che ha commentato con i giornalisti l'elezione di padre Arturo Sosa Abascal a 31esimo superiore generale dei gesuiti. "Perché un Papa argentino e un preposito venezuelano?", gli hanno chiesto. "Si vede una sintonia tra la Compagnia di Gesù e la chiesa universale di Papa Francesco. Sicuramente padre Sosa è una persona che può tenere un dialogo profondo con il Papa". "Francesco - ha poi aggiunto Lombardi - lo conosce e c'è già una buona base per la buona comunicazione. Il Papa è stato il primo a essere informato al mondo, è molto contento, ha dato la sua benedizione e il suo saluto e ha manifestato la sua allegria per questa elezione". "I criteri con cui noi gesuiti ci muoviamo - ha concluso padre Lombardi - sono quelli che indica Sant'Ignazio nelle costituzioni: la ricerca delle qualità spirituali e umane. Certamente il fatto che sia dell'America Latina è interessante. Gli ultimi tre erano europei vissuti in Asia, prima Giappone (padre Arrupe), Libano (padre Kolvenbach) e di nuovo Giappone e Filippine (padre Nicolas)".
L'ELEZIONE 'MORMORATA' DEL SUCCESSORE DI SANT'IGNAZIO
Come si è arrivati alla scelta (davvero sorprendente, si pensava a un indiano) del venezuelano Sosa non è molto facile ricostruirlo: i 212 elettori non potevano mettersi d'accordo perché la regola antica (a dispetto di una Congregazione Generale dove lo strumento di lavoro era il tablet e sono state abolite le tradizionali chilate di documenti cartacei) stabilisce che non si possano proporre candidature e che delle proprie preferenze i religiosi possano parlare (anzi mormorare) solo in privato e non in più di due per volta. Certo è che il Papa nero, chiamato così perché eletto a vita (anche se i tre ultimi predecessori si sono dimessi), ha una grandissima influenza sulla Chiesa anche al di fuori della Compagnia perché i gesuiti hanno le più prestigiose università cattoliche e sono sempre sulle frontiere più avanzate. (AGI)