Roma - "Non e' tollerabile una carenza di 9.000 unita' di personale amministrativo: questo mette a rischio la stessa apertura degli uffici". Cosi' il presidente dell' Anm Piercamillo Davigo nel corso della riunione del 'parlamentino' del sindacato del toghe, ha affrontato il tema della carenza di organici negli uffici giudiziari. "Le situazioni di criticita' raggiungono un livello tale che i colleghi sono esasperati - ha aggiunto - ci sono casi in cui le assenze superano il 50%, quale azienda potrebbe funzionare in una situazione del genere? Abbiamo assicurato al ministro collaborazione, ma cio' non vuol dire essere silenti per sempre. Dopo l'estate bisogna porsi il problema". Anche il segretario dell'Anm Francesco Minisci, ha ricordato il "grido di allarme" gia' lanciato nelle scorse settimane : "in un Paese in cui si ha a cuore la giustizia non e' ammissibile che passino 19 anni dall'ultimo concorso. Le scoperture raggiungono il 21% del totale e finora, aldila' degli annunci, bandi concreti non ne abbiamo visti. Il rischio - ha concluso - e' il blocco concreto degli uffici".
"E' inaccettabile parlare di colpe dei magistrati in relazione alle prescrizioni. Si tratta di falsita'". Ha poi detto il presidente dell'Anm nel corso della riunione del direttivo del sindacato delle toghe. "La prescrizione non dipende dai magistrati - ha rilevato - ma dal modo irragionevole con cui e' disciplinata e dalla sproporzione tra mezzi e risorse e gli obiettivi assegnati". Il leader dell'Anm ha posto in risalto dati provenienti dagli uffici giudiziari della Capitale: "ci sono 36mila procedimenti con richiesta di citazione diretta in giudizio, ma la capacita' del tribunale e' di riceverne 12 mila", ha osservato Davigo.
"Non possiamo imporre di essere ascoltati in audizione, ma ci pare uno sgarbo non essere stati ascoltati, perche' chi vive la macchina giudiziaria dall'interno la conosce perfettamente". Cosi' il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo, nel corso del direttivo del sindacato delle toghe, si e' soffermato sul fatto che i rappresentanti dell'associazione nazionale magistrati non sono stati sentiti dalla commissione giustizia del Senato sul disegno di legge in materia penale. Sulla questione ha parlato anche il segretario dell'Anm, Francesco Minisci: "l'Anm - ha detto - non e' mai stata convocata in audizione al Senato, non e' stato chiesto neanche un parere in forma scritta su una riforma definita epocale, che modifica l'aspetto processuale e che, per alcuna norme, puo' diventare letale in particolare sul funzionamento della procure, perche' puo' paralizzare le procure di primo grado e le procure generali, bloccandone totalmente le attivita'. Avremmo gradito fornire il nostro apporto - ha aggiunto - qauali operatori del diritto e conoscitori della macchina giudiziaria, possiamo offrire un contributo degno di essere tenuto in considerazione". Il segretario dell'Anm, quindi, ha sottolineato che "faremo le nostre proposte , se si dice solo no non si e' credibili. L'Anm critica dove c'e' da criticare e fa proposte alternative ". (AGI)