Roma - "Una buona scelta, una scelta coraggiosa" quella di dare una traccia sul voto alle donne nel 1946, ma nello stesso tempo una prova "complicata" e "difficile" per gli studenti perche' la tematica "intreccia storia d'Italia, storia delle donne e storia del fascismo". Mirella Serri, saggista e giornalista, commenta il tema storico della prima prova alla Maturita'. "Mi sembra una buona scelta - spiega Mirella Serri - proporre agli studenti un argomento di storia delle donne. E sottolineare il ruolo femminile nella nascita della nostra Repubblica valorizzando il fatto che nel 1946 le donne vengono chiamate per la prima volta a dare il loro voto politico. Avevano gia' votato alle elezioni amministrative, sempre nello stesso anno. Naturalmente, pero', il voto politico e' un'esperienza molto piu' travolgente e radicale, perche', tra l'altro, poneva il dilemma della scelta istituzionale. Le due scrittrici (autrici dei brani da cui gli studenti prendono spunto per la composizione del tema, ndr) testimoniano due esperienze diverse. Alba de Ce'spedes - prosegue Mirella Serri - racconta la mancanza di liberta' e di liberta' di espressione, di cui il fascismo aveva privato gli italiani. Pero' bisogna conoscere molto bene la storia d'Italia per riuscire a descrivere la sensazione di liberta' che provarono tutti gli italiani e, in particolare, le donne che non avevano mai votato e che per la prima volta si trovarono all'improvviso a contare quanto gli uomini. Il voto di una donna valeva quanto quello di un uomo. Era qualcosa di assolutamente impensabile fino a quel momento. Si capisce, quindi, anche l'emozione, l'ansia e il timore di sbagliare di Anna Banti perche' le donne erano state messe davanti a una prova di grande responsabilita'. Le donne elette - ricorda la scrittrice e giornalista - furono 21 su un totale di 556 deputati eletti all'Assemblea Costituente". Per Mirella Serri, "non si tratta, quindi, di un argomento semplice perche' i programmi scolastici spesso non arrivano a includere e nemmeno ad approfondire la fine della seconda guerra mondiale e nemmeno a volte il ruolo delle donne". (AGI)