CdV - "La misericordia non ci dipinge dall'esterno una faccia da buoni, non ci fa il photoshop, ma con i medesimi fili delle nostre miserie e dei nostri peccatici tesse in modo tale che la nostra anima si rinnova recuperando la sua vera immagine, quella di Gesù". Papa Francesco ha accostato le moderne techniche di trattamento delle immagini alla Vergine di Guadalupe, l'icona acherotipa che si impressse sul mantello dell'indio Jaun Diego, il più piccolo ed umile, nella seconda meditazione proposta oggi - in Santa maria Maggiore - ai preti e seminaristi convenuti a Roma per il Giubileo dei sacerdoti.
Francesco ai preti, mai considerare l'altro come un caso. E' una persona
"Dio - ha spiegato - ha tessuto, con il filo delle impronte meticce della vostra gente, il volto della sua manifestazione nella Morenita. E possiamo pregare contemplando come tesse la nostra anima e la vita della Chiesa. Dicono che non si può vedere come è dipinta" l'immagine. E' come se fosse stampata". "Mi piace pensare - ha confidato - che il miracolo non sia stato solo quello di stampare o dipingere l'immagine con un pennello, ma che si è ricreato l'intero manto, trasfigurato da capo a piedi, e ciascun filo - quelli che le donne fin da piccole imparano a tessere, e per i capi di vestiario più fini si servono delle fibre del cuore del maguey (dalle cui foglie si estraggono i fili), ogni filo che occupava il suo posto venne trasfigurato, assumendo quelle sfumature che risaltano al loro posto stabilito e, intessuto con gli altri fili, in ugual modo trasfigurati, fanno apparire il volto della Madonna e tutta la sua persona e ciò che le sta attorno. La misericordia - ha concluso - fa la stessa cosa". (AGI)