CdV - Il "pasticciaccio" dei lavori di ristrutturazione dell'appartamento del cardinale Tarcisio Bertone, già segretario di Stato, avrà un risvolto giudiziario in Vaticano. I giudici vaticani hanno aperto un'inchiesta sulla ristrutturazione dell'attico a Palazzo San Carlo, a pochi passi dalla Domus Santa Marta dove risiede il Papa, e hanno iscritto nel registro degli indagati due persone: Giuseppe Profiti, ex presidente del Bambin Gesù e manager vicinissimo al cardinale, e l'ex tesoriere dell'ospedale, Massimo Spina. Avrebbero utilizzato fondi destinati alla ricerca e alla cura dei bambini per i lavori nella maxiresidenza del porporato.
La notizia, anticipata dall'Espresso, è stata confermata dalla Sala Stampa della Santa Sede. Il cardinale Bertone, già segretario di Stato, chiamato a quel ruolo da Benedetto XVI nel 2006, anche se sarebbe il beneficiario dell'operazione, non è indagato. Una circostanza che potrebbe spiegarsi con la legislazione vaticana che non prevede la possibilità di indagare un cardinale senza una decisione diretta del Papa, e anche che in questo caso prescrive che a occuparsene dvrebbe essere la Segnatura Apostolica e non il Tribunale della Città del Vaticano. Ovvero viene ritenuta credibile la sua autodifesa: Bertone, infatti, sostiene di aver pagato al Governatorato, proprietario dell'immobile, 300mila euro per i lavori che secondo documenti pubblicati dall'Espresso sarebbero costati in totale 442mila euro, anche se trattandosi di un alloggio di 700 mq rifinito in modo lussuoso, i costi potrebbero essere stati anche maggiori. Quale che sia stata la somma totale effettivamente spese per i lavori, in una dichiarazione rilasciata oggi, Bertone ribadisce di "non aver mai dato indicazioni o autorizzato la Fondazione Bambin Gesù ad alcun pagamento in relazione all'appartamento da lui abitato e di proprietà del Governatorato", come afferma il suo legale, l'avvocato Michele Gentiloni Silveri. In questo modo il cardinale lascia il cerino acceso nelle mani dei suoi due ex collaboratori, anche relativamente ad eventuali diversi utilizzi delle somme contabilizzate come contributo alla ristrutturazione dell'appartamento. In merito va ricordato che - forse su richiesta diretta di Papa Francesco - Bertone ha inoltre restituito una somma importante al Bambin Gesù sotto forma di donazione: 150mila euro.
L'istruttoria penale è scaturita dalle rivelazioni contenute nel libro "Avarizia", di Emiliano Fittipaldi: i giudici, scrive il settimanale, ipotizzano reati gravissimi ("peculato, appropriazione e uso illecito di denaro", si legge nelle carte d'accusa) e avrebbero già trovato i riscontri documentali che dimostrano che i lavori di ristrutturazione dell'appartamento sono stati pagati dalla Fondazione dell'ospedale pediatrico "Bambin Gesù", la cui presidente Mariella Enoc ha confermato la volontà dei nuovi amministratori di collaborare con il pm vaticano, Gianpiero Milano. "Stiamo seguendo questa vicenda - ha dichiarato - in stretto raccordo con la Santa Sede. Abbiamo a suo tempo consegnato tutte le carte a nostra disposizione al promotore di giustizia del Vaticano e aspettiamo i risultati dell'inchiesta. Come è noto, per volontà del cardinale segretario di stato Pietro Parolin, la Fondazione Bambino Gesù è stata completamente rinnovata nel consiglio direttivo e nel management già dallo scorso novembre. La Fondazione si occupa di raccogliere fondi per l'Ospedale, con particolare riferimento alla ricerca e alle attività filantropiche e umanitarie. Proprio in queste ore sono in partenza per Bangui - ha concluso la presidente Enoc - per verificare d'intesa con la nunziatura la possibilità di un aiuto concreto all'Ospedale pediatrico della capitale centrafricana, dove il Santo Padre era stato in occasione dell'apertura dell'Anno Santo. Si tratta di uno dei progetti sostenuti dalla nuova Fondazione Bambino Gesù Onlus nell'ambito delle iniziative di carità del Giubileo della Misericordia".
Da parte sua l'avvocato dell'ex segretario di Stato scrive che "la missiva inviata dal cardinale al prof. Giuseppe Profiti l'8 novembre 2013 conferma integralmente la veridicità di quanto da lui sempre affermato" e cioe' che la sua volontà e' quella di "nulla porre a carico" della Fondazione Bambino Gesù e di procedere lui stesso alla ricerca di finanziamenti per i lavori da espletarsi nell'appartamento. Successivamente - prosegue la nota - il porporato, non avendo ricevuto sussidio da parte di terzi, ha pagato personalmente l'importo richiesto dal Governatorato vaticano, proprietario dell'appartamento" . Bisognerebbe capire allora dove sono finiti i soldi dell'ospedale vaticano. (AGI)