CdV - "La mia mancanza e' stata quella di limitarmi ad andare dal cappellano della scuola per chiedergli se le voci fossero vere". Entra nel vivo con questa ammissione di responsabilita' l'audizione del cardinale George Pell sugli abusi sessuali comiuti da sacerdoti nelle diocesi di Ballart (dove e' stato vicario episcopale) e di Melbourne (dove e' stato vescovo ausiliare e poi arcivescovo). Il caso piu' spinoso che la Commissione Reale sta esaminando nella vidiconferenza con l'Hotel QUirinale di Roma riguarda padre Gerald Ridsdale, coinquilino di Pell per molti anni e assistente spirituale dell'Istituto Fratelli Cristiani di Bellart. Pell inoltre ha ammesso questa sera di aver sbagliato ad accompagnare Ridasdale in tribunale perche' cosi' le vittime hanno potuto pensare che lui appoggiava il noto pedofilo, ma gli era stato chiesto perche' il sacerdote avesse un punto di riferimento. Padre Ridasdle, oggi ultraottantenne ma ancora detenuto, abuso' anche di suo nipotr David. "Ho il sospetto che perche' ho accompagnato suo zio all'udienza del giudice, David rimase dispiaciuto", ha confidato Pell ai commissari."Non avevo intenzione di contestare le accuse - ha pero' spiegato - non volevo mancare di rispetto alle vittime, anzi ero a conoscenza che aveva arrecato un grande danno alla Chiesa".
Pell ha raccontato di una telefonata che che ebbe con David Ridsdale nei primi mesi del 1993, quando questi disse all'allora vescovo ausiliare Pell di essere stato abusato sessualmente dallo zio. Secondo la Commissione Pell avrebbe domandato al ragazzo cosa avrebbe potuto dargli per per mantenere la tranquillita', in altri termini, per comprare il silenzio. "Non ho mai impedito o scoraggiato nessuno di andare alla polizia", ha pero' replicato l'attuale super ministro delle finanze di Papa Francesco. "Ho parlato con lui a lungo. Lui non mi ha chiesto di fare qualcosa. Se mi avesse chiesto di fare qualsiasi cosa certamente lo avrei fatto", ha assicurato. La Commissione poi gli ha anche chiesto spiegazioni sulla frase detta nella serata di lunedi', "si tratta di una storia triste - aveva detto il porporato - ma non e' stata di grande interesse per me". "Ricordo", ha risposto, "Mi dispiace per la scelta delle parole. Ero molto confuso, ho risposto male". Interrogato poi dall'avvocato che rappresenta le vittime, Stephen Odgers, Pell ha negato ancora una volta di aver offerto degli aiuti finanziari a David per comprare il suo silenzio. (AGI)