Roma - Al concorso per docenti sono attesi "200 mila candidati, ma le domande presentate saranno oltre 400 mila, perche' ogni candidato presentera' almeno due domande". Lo afferma Tuttoscuola, che ha calcolato in uno speciale i numeri e i costi del concorso. "Ci vorranno 10 mila commissari esaminatori (tutti da reperire), suddivisi in 1.000 commissioni. Il compenso? Tra i 400 e i 700 euro totali per mesi di lavoro". Tuttoscuola afferma che "i tempi sono stretti per un'operazione complessa che dovra' valutare e selezionare oltre 200 mila candidati per 129 classi di concorso". Inoltre, "saranno circa 1.000 le commissioni di concorso che dovranno essere costituite per esaminare gli aspiranti docenti, suddivise tra 783 commissioni principali e circa 200 sottocommissioni che dovranno essere costituite nei casi in cui, per una specifica disciplina d'insegnamento si supera il numero di 500 candidati. Le commissioni sarebbero dovute essere ancora di piu', ma la legge 107/15 sulla Buona Scuola, per contenere la spesa, ha previsto che nei casi in cui in una data regione siano previste nel bando di concorso piccole quantita' di posti per singole discipline d'insegnamento, si provvede ad aggregarle ad una Commissione di regioni limitrofe. Tenendo conto, quindi, di queste aggregazioni e delle normali situazioni di quote consistenti di posti serviranno complessivamente 783 Commissioni principali di concorso".
Il sindacato Anief critica il concorso: "La rivoluzione del governo Renzi" e' "mai piu' giovani laureati assunti a scuola". Lo sostiene l'Anief a proposito del Concorso a cattedra, e annuncia la sua opposizione: i giovani "hanno pieno diritto a concorrere, faranno ricorso con noi". Il sindacato ricorda che "una parte dei precari scorrettamente esclusi, almeno diecimila, insegnano gia' stabilmente: fanno funzionare i nostri istituti e vengono nominati attraverso le graduatorie d'Istituto. Altre migliaia sono supplenti 'brevi': costoro, nelle intenzioni del legislatore della Legge 107/15, saranno sostituiti dagli insegnanti assunti con il cosiddetto "potenziamento", la fase C del piano straordinario di assunzioni. Esclusi, pure loro in modo illegittimo, i precari non abilitati, i docenti di ruolo e gli abilitandi: nessuno di loro potra' presentare la domanda on line di accesso alla selezione pubblica, da attuare on line tra il 29 febbraio e le ore 14.00 del 30 marzo.
La prossima settimana, il sindacato comunichera' le modalita' per ricorrere e partecipare comunque al concorso: l'obiettivo e' chiedere ai giudici del Tar un provvedimento cautelare che permetta di sedersi alle prove scritte di primavera". Marcello Pacifico, presidente Anief, afferma che "dopo anni di supplenze viene detto loro che non servono piu'. Dopo che hanno tarato il loro un piano di studi universitario per fare gli insegnanti, sostenendo gli esami utili, richiesti proprio dal Miur attraverso le tabelle predisposte a questo scopo, gli si dice che e' stato tutto inutile. Piu' che il Governo del merito o dello "Sblocca Italia", quello attuale si sta dimostrando un Esecutivo che separa i cittadini: con la laurea possono diventare dirigenti degli enti locali, ma non possono fare l'insegnante. Nel Paese dove operano i docenti piu' vecchi al mondo occorrera' rivolgersi al giudice per far accedere al concorso i giovani titolati a farlo". (AGI)