(AGI) - Roma, 1 feb. - E' riemerso oggi dalle acque, dopo 105 giorni a dieci metri di profondita', il primo prototipo del centro dati sottomarino che Microsoft sta sperimentando per abbattere costi e tempi di realizzazione delle strutture. Per poter reggere al surriscaldamento dei processori, i centri dati hanno bisogno di temperature molto basse, il che puo' richiedere una spesa notevole. Facebook e Google hanno optato per costruirli nei paesi nordici. Il colosso di Redmond ha invece avuto una vera e propria illuminazione: costruirli nel profondo del mare, che fornisce naturalmente la temperatura opportuna.
I ricercatori di Microsoft attivi sul progetto, denominato 'Natick', stanno studiando due soluzioni: la prima e' costruire le strutture sul fondo del mare, la seconda prevede l'inserimento dei centri data in capsule sospese sotto la superfice acquatica e dotate di turbine che trasformino in elettricita' l'energia delle correnti. Leona Philpot (dal nome di un personaggio del videogioco 'Halo'), il prototipo riemerso oggi, appartiene alla seconda categoria e il test, secondo quanto ha raccontato Ben Cutler, uno degli scienziati coinvolti nell'esperimento, al 'New York Times', sarebbe andato meglio del previsto. "Quando ne ho sentito parlare la prima volta ho pensato: acqua, elettricita'... Perche' mai farlo? Ma piu' ci pensavo, piu' la cosa guadagnava senso", ha aggiunto Cutler. Secondo Microsoft, il progetto Natick consentira' di ridurre i tempi di costruzione dei centri data a soli tre mesi dagli attuali due anni. Sono attesi nelle prossime settimane i risultati dei controlli che i ricercatori stanno effettuando su Leona Philpot. (AGI)
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