Roma - L'hacker ucraino Sergey Vovnenko, estradato dall'Italia negli Usa lo scorso autunno, si e' dichiarato colpevole, davanti alla Corte federale statunitense che lo sta giudicando, di aver infettato circa 13mila computer. L'arresto di Vovnenko - alias "Tomas Rimkis", "Flycracker", "Flyck", "Fly", "Centurion", "MUXACC1", "Stranier", e "Darklife" - era stato effettuato nel giugno 2014 a Napoli al termine di un'indagine internazionale condotta dai Servizi Segreti americani in collaborazione con la Polizia postale e delle comunicazioni italiana.
Il giovane, 29 anni, ha fatto parte di un'organizzazione criminale internazionale di hacker che, dal settembre 2010 ad agosto 2012, ha infettato pc di proprieta' di singoli cittadini ed aziende con sede negli Stati Uniti, principalmente nel New Jersey.
Per violare la sicurezza dei dispositivi, il gruppo utilizzava il malware "Zeus", impossessandosi dei dati personali e delle credenziali di accesso, tra cui le password dei conti correnti bancari e delle carte di credito degli utenti. Vovnenko, risultato essere un amministratore specializzato di diversi forum on line, utilizzava tali piattaforme per la vendita illecita dei dati rubati che venivano inseriti nelle bacheche elettroniche, addirittura con un "listino prezzi" predisposto ad hoc, a disposizione della "clientela". I forum in questione erano utilizzati quale luogo di incontro non solo per l'acquisto e la vendita dei dati sottratti ma anche per condividere informazioni ed aggiornamenti sulle attivita' di pirateria informatica.
All'hacker ucraino, sotto processo davanti alla Corte federale di Newark, e' stata contestata l'associazione per delinquere concernente i reati di frode telematica e furto di identita' aggravato. Un "apprezzamento particolare" alla nostra Polizia postale e delle comunicazioni e' arrivato direttamente dall'U.S. Attorney Paul J. Fishman, per lo "straordinario supporto" fornito non solo nelle fasi operative dell'arresto ma anche nel corso dell'attivita' investigativa per la raccolta delle prove.
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