Palermo - "C'era un volta un bambino che amava i cavalli". Era il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso brutalmente dalla mafia venti anni fa. Rapito, strangolato e sciolto nell'acido, quel ragazzino con una passione straordinaria per i cavalli e chiamato a pagare la colpa di essere il figlio di un pentito, oggi e' stato ricordato a San Giuseppe Jato, con una iniziativa che prende spunto da quella passione e che e' stata voluta dal Coordinamento di Libera e dal Comune, presso il 'Giardino della memoria' di contrada Giambascio, nel casolare trasformato in prigione degli orrori. Convolti anche i bambini del paese. Prima l'intervento dell'artista Martino Lo Cascio, per interpretare in forma recitata uno scritto su Giuseppe Di Matteo, con una testimonianza sulla tragica storia da parte dei volontari di Libera del compensorio della Valle dello Jato. Poi la celebrazione di una Messa in ricordo di tutti i bambini innocenti vittime della violenza dell'uomo. Per il sindaco di San Giuseppe Jato, Davide Licari, questa vicenda "resta una dolorosa ferita aperta. Una pagina atroce nella storia della nostra comunita' e di tutto il Paese. Ma che ha segnato anche la repulsione per la mafia. E oggi San Giuseppe Jato e' sulla strada della liberazione e tiene alta la guardia. Noi non vogliamo avere a che fare con una storia di morte, con una Cosa nostra infame e senza onore". Il piccolo Giuseppe e' ricordato anche a Palermo, presso la struttura equestre della Favorita, su iniziativa dell'amministrazione comunale di Palermo e alla presenza del sindaco, Leoluca Orlando.
La giornata ha visto anche la partecipazione del sindaco di Monreale Piero Capizzi, del capitano dei carabinieri Guido Volpe, del Tenente Colonnello dei carabinieri Mauro Carrozzo, della Prefettura di Palermo, di autorita' civili e di numerosi cittadini. "L'esercizio della Memoria e' per la comunita' di Libera un pilastro fondante - ha detto il coordinatore provinciale di Libera Giovanni Pagano - non un rito da celebrare in date prefissate, ma una pratica di impegno quotidiano. Questo significa che il piccolo Giuseppe va ricordato ogni giorno e il nostro impegno e' rendere vivo e accessibile il Giardino della Memoria, superando le numerose difficolta', come le condizioni della strada, che lo rendono quasi inaccessibile. In tal senso siamo certi che l'impegno profuso in questi anni dall'amministrazione Comunale consentira' di risolvere queste difficolta'". "Ricordare la tragica storia del piccolo Giuseppe Di Matteo e di tutte le vittime innocenti delle mafie, farne memoria e impegno costante, e' il miglior modo per incitare tutti i liberi cittadini a fare la loro parte nella lotta contro le mafie - hanno detto i volontari di Libera - una lotta che vuole affermare la legalita' come normalita', a partire dalla comunita' jatina dove nelle prossime settimane verra' ufficializzata la costituzione di un presidio di Libera. La storia di Giuseppe fa apparire Cosa nostra per quella che e' realmente: un'organizzazione barbara e violenta, contro tutti e tutto, pur di garantire i propri interessi". "Vent'anni fa la mafia uccideva con orribile barbarie un bambino rivelando tutta la sua mostruosa natura - ha detto ancora il sindaco di San Giuseppe Jato Licari - e i mafiosi che hanno ammazzato il piccolo Di Matteo non potranno essere mai piu' riabilitati come cittadini di San Giuseppe Jato, nessuno dei miei concittadini ha dimenticato questa triste storia o intende farlo. La commemorazione del piccolo Giuseppe, organizzata grazie alla preziosa collaborazione di Libera, trova valore nella partecipazione dei giovani jatini a cui e' chiesto di alimentare la cultura della legalita' per il bene e il futuro di San Giuseppe Jato". (AGI)
(11 gennaio 2016)