Lecce - Numerosi tentativi di depistaggio sono stati effettuati da novembre ad ora, ad opera di pregiudicati salentini, che hanno cercato di indurre in errore le forze dell'ordine impegnate nelle ricerche dell'ergastolano Fabio Perrone, evaso durante una visita medica dall'ospedale Fazzi. Lo ha reso noto il dirigente della squadra mobile della polizia di Lecce, Sabrina Manzone, illustrando i primi dettagli della cattura avvenuta stamattina. "E' la fine di un incubo - ha aggiunto Sabrina Manzone - perche' si tratta di un soggetto molto pericoloso, che era armato e stamattina ha cercato di fuggire". La dirigente di polizia ha spiegato inoltre che l'ergastolano e' stato aiutato da "una fitta rete di fiancheggiatori" che in questi due mesi ne ha coperto la latitanza e sui quali sono ancora in corso le indagini. Uno dei fiancheggiatori, S.R. e' stato arrestato stamattina in quanto si trovava insieme a "triglietta" (questo il suo soprannome) nell'abitazione in cui e' stato individuato. Stando a quanto dichiarato dal capo della mobile, numerosi sono stati i tentativi di depistaggio "fatti nel corso delle indagini da pregiudicati salentini, che hanno cercato di dirci che Perrone era scappato all'estero, ora in Montenegro ora in Albania, ma noi non ci abbiamo mai creduto, perche' i suoi appoggi sono tutti in Salento e qui abbiamo continuato a cercarlo e lo abbiamo trovato".(AGI)
(9 gennaio 2016)