(AG) - Roma, 15 ndic. - Stimiamo che siano tra i cinque e i settemila i foreign fighter europei che hanno combattuto in Siria e in Iraq e che hanno subito una ulteriore radicalizzazione. Se tornassero indietro e' per fare gli attentati e quindi sono un pericolo con cui ci dobbiamo confrontare e una minaccia difficile da identificare. Lo ha detto il direttore di Europol, Rob Wainwright, che ha partecipato ai lavori di cooperazione svolti a Roma tra il capo della polizia e gli omologhi dei 12 Paesi dell'area balcanica. Wainwright ha, anzitutto, ringraziato il ministro dell'Interno Alfano "per la leadership che ha dimostrato nel consesso europeo e per le sue posizioni sull'immigrazione irregolare e sul terrorismo". Poi spiegando quanto sta facendo Europol, ha precisato: "Noi abbiamo coordinato migliaia di indagini in questi anni, istituendo nuovi centri di cooperazione, individuando i criminali che agiscono attraverso l'immigrazione irregolare e rintracciando i foreign fighter che vanno in Siria e in Iraq e che rappresentano una minaccia se rientrano in Europa. Abbiamo creato una piattaforma di cooperazione - ha ribadito Rob Wainwright - che coinvolge 40 Paesi per proteggerei cittadini da ogni minaccia. Europol vuole una risposta ancora piu' efficace contro il terrorismo e una maggiore organizzazione. Ci troviamo in una situazione diversa dall'11 settembre: Al Qaeda era una struttura ben definita, aveva un centro di comando che non c'e' piu'. Qui adesso - ha detto riferendosi all'Isis - c'e' una dispersione di gente che si sposta nei nostri confini e che e' difficile da monitorare 24 ore al giorno. Dopo i fatti di Parigi, i vari ministri hanno deciso che serve una maggiore cooperazione tra le polizie in Europa e si sta facendo il massimo per controllare chi entra nei nostri confini e per svolgere ogni attivita' di prevenzione"
.