Un paradosso. O una piccola storia che racconta un fenomeno molto più grande. Una startup padovana negli ultimi mesi ha cercato di assumere alcuni programmatori. Senza successo. Si chiama Noonic, si occupa di marketing e ecommerce ed è stata fondata da tre padovani, poco più che ventenni. Un'azienda vera, fatta da ventenni (veri), che creano posti di lavoro veri. La ricerca è durata così tanto e ha dato così scarsi risultati che i fondatori si sono inventati un sistema: “diamo mille euro a chi ci segnala un programmatore bravo nel caso decidessimo di assumerlo”. Un appello lanciato venerdì 21 aprile. Condiviso centianaia di volte e che sta portando a centinaia di segnalazioni, dicono dall’azienda.
Al di là dell’operazione, furba quanto geniale dal punto di vista del marketing, quello che resta è il paradosso che c’è dietro. Il tecnico informatico è una delle professioni più richieste in Italia ma non ci sono abbastanza profili qualificati. Secondo i dati Unioncamere il 44% delle aziende italiane che vuole assumere programmatori ha grosse difficoltà a trovarne. Una percentuale quasi similie a quella dei giovani senza lavoro in Italia, il 40% secondo l'Istat. E questo avviene in un momento in cui alla tecnologia si imputa la minaccia per milioni di posti di lavoro che saranno cancellati o ripensati dall’intelligenza artificiali e dai robot. Vero.
Ma la vicenda Noon ci ricorda anche delle opportunità che il progresso sta creando. Un programmatore Php (il profilo richiesto in questo caso) guadagna in media 28mila euro l’anno in Italia. Un ingegnere del software 37mila euro. Uno sviluppatore software 30mila. Posti di lavoro. L’Europa ha calcolato che se ne creeranno circa mezzo milione nei prossimi anni. Che si aggiungeranno a quelli che oggi sono ancora scoperti. E scommette che il saldo dei posti di lavoro che spariranno nei prossimi anni sarà di gran lunga positivo con le nuove opportunità che si stanno creando.