Il supereroe (donna) che piacerà al Papa: Wonder Woman
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Il supereroe (donna) che piacerà al Papa: Wonder Woman
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L’Amazzone guerriera che combatte per l’amore

La parola ai protagonisti

  • Perché un film su Wonder Woman?
    “Era assolutamente il momento propizio, per offrire la storia di Wonder Woman al pubblico cinematografico. I fan aspettavano questo momento da tanto tempo, ma sono convinta che la storia appassionerà anche chi non è propriamente un seguace di Wonder Woman. I supereroi hanno fatto parte della vita di molti di noi; è quella specie di fantasia che ci fa dire ‘Come sarebbe se io fossi così potente e invincibile e se io potessi vivere un’esperienza così eccitante e compiere azioni eroiche?’ Anche io la vedo così”.
  • Come ha scoperto il mondo dei supereroi?
    “Avevo sette anni quando ho letto per la prima volta Superman, e mi ha sconvolto la vita perché io mi sentivo Superman. Il personaggio ha catturato esattamente quello in cui credevo allora e in cui credo ancora oggi: cioè che c’è una parte in ogni essere umano che desidera riuscire a migliorare il mondo”.
  • Poi è arrivata Wonder Woman.
    “Ho visto la serie in TV e lei era tutto ciò che una ragazza può aspirare a diventare: forte e gentile, eccitante e di stile, potente e risoluta oltre che combattiva come un uomo. È una tosta ma che si batte per l’amore, il perdono e la benevolenza in un mondo molto complicato. Per me è stato un grande onore poter realizzare un film su una supereroina che crede in questi valori important. Ogni supereroe ha i suoi punti di forza e credo che l’aspetto migliore di Wonder Woman sia la sua bontà d’animo e la gentilezza. E questa non è una negazione del suo potere, anzi semmai lo rafforza!”.
  • Che messaggio manda Wonder Woman?
    “Se solo riuscissimo a vedere il mondo come lo vede Diana. Lei vede una grande oscurità, ma guarda anche oltre e cioè di cosa è capace la razza umana: la grande bellezza. Ha anche i poteri riservati agli dei e un cuore pieno di pietà, e noi volevamo cucirle addosso un racconto ricco, sfaccettato e divertente con cui potersi collegare. È una grande avventura e spero che i suoi fan—vecchi e nuovi—la ameranno!”.
  • Cosa le piace del suo personaggio?
    “Ciò che mi ha attratto di questo personaggio, è che in lei coesistono diversi aspetti e tutti meravigliosamente positivi. E visto che questa è la prima volta che viene raccontata al cinema, la storia di questa icona, io e Patty abbiamo affrontato diverse conversazioni creative al riguardo. Lei è la più grande guerriera del mondo dei fumetti, ma può essere a volte vulnerabile, sensibile, fiduciosa e confusa… e tutto allo stesso tempo. E poi non nasconde mai la sua intelligenza o le sue emozioni”.
  • Com’è stato il suo rapporto con la regista?
    “Grazie al cielo a dirigere il film c’era Patty. È dolce e divertente, una persona brillante e di talento e la sua visione e la sua passione erano totalmente in linea con le mie. Ricordo la prima volta che ci siamo sedute a parlare, del film ma anche della vita, delle nostre famiglie… avevamo tantissime cose in comune. Riuscire a lavorare con qualcuno con cui ti trovi d’accordo su quasi tutto, dal punto di vista creativo, è veramente un grande vantaggio. E anche quando le nostre idee divergevano, ne discutevamo garbatamente e se anche la discussione non portava a niente, in scena facevamo comunque del nostro meglio. Le sono grata per i suoi consigli e per la sua amicizia”.
  • E con Chris Pine?
    “Mi sono trovata molto a mio agio a lavorare con Chris. Questo mi ha giovato perché Chris ha molta esperienza, mentre questo è stato il mio primo ruolo da protagonista. Mi ha guidata attraverso la Londra di Steve Trevor, oltre che in questa esperienza in modo molto carino. È un vero leader, talentuoso, intelligente e molto divertente. Credo che la gente non si accorga di quanto sia spiritoso; abbiamo dovuto girare da capo molte scene perché mi faceva morire dal ridere”.
  • Che supereroe è Wonder Woman?
    “Diana occupa un posto separato rispetto agli altri supereroi icona del suo genere, ma credo che il suo senso della giustizia la renda unica. Non solo vuole liberare il mondo dal male sconfiggendo i malvagi che lo abitano, ma vuole anche incoraggiare uomini e donne a comportarsi al meglio delle loro possibilità, e questo lo fa per mezzo dell’amore, della speranza e della grazia”.
  • Com’è il suo personaggio?
    “Sono la classica immagine della mascolinità tipica dei primi anni del 20° secolo. Sono rozzo e mascalzone. Con un grande senso dell’autoironia, realista ma ingiusto, romantico ma non smielato. Ho un grande rispetto per la missione affidatami e voglio fare le cose giuste per coloro che servo, ma non devo essere simpatico a tutti. Praticamente un anticonformista”.
  • Cosa rappresenta oggi Wonder Woman?
    “Quello che Diana ispira a Steve Trevor - quest’uomo che ha visto il peggio che il mondo offre - è la convinzione che c’è ancora spazio per gli ideali. Non importa quanto sia brutto il mondo in cui viviamo, non importa la desolazione che incontriamo strada facendo, c’è ancora la speranza che nella parte migliore di noi stessi, ci proteggeremo e faremo del bene a vicenda. Questo è ciò a cui dovremmo aggrapparci ed è anche ciò che lei rappresenta”.
  • Come ha lavorato con Gal Gadot e con Patty Jenkins?
    “Gal ha dato il meglio di sé. Fisicamente è perfetta per la parte e possiede un’etica professionale che non ho mai visto in nessun altro. È un’attrice fantastica e io sono fiero di aver recitato al suo fianco. In quano a Patty, lei è una persona incredibile. Quando l’ho incontrata per la prima volta per parlarmi del ruolo di Steve, era seduta di fronte a me e in pratica mi ha recitato tutto il film nel corso delle due ore di durata del pranzo. Era specifica, articolata e piena di passione. Avrei accettato anche per il solo fatto che avrebbe diretto lei il film”.
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