Ha fatto scalpore la notizia di una maestra che ha parlato agli allievi di sessualità in maniera esplicita, facendo vedere delle immagini, creando un forte dissenso da parte dei genitori, i quali non erano preparati ad affrontare il discorso con i propri figli e quindi a rispondere alle loro domande circa il contenuto della lezione che avevano affrontato durante la mattinata a scuola.
Ciò che è accaduto apre ad una riflessione importante. I bambini di quinta elementare sono già sufficientemente grandi per entrare in contatto con la sessualità attraverso internet, in quanto già utilizzano gli strumenti tecnologici, hanno l’accesso alla rete ed entrano in contatto facilmente con tantissimi video e immagini. Infatti, da recenti ricerche emerge che fin dall’età di 8 anni, quindi a partire dalla terza elementare, già visitano i siti pornografici, da cui possono avere e apprendere le informazioni sul sesso in maniera errata e negativa. Per questa ragione, è importantissimo iniziare a fare un’educazione sessuale precoce, dove deve essere l’adulto a spiegare i contenuti ai bambini, parlando con loro di ciò che è la sessualità, di ciò che è l’affettività, e di ciò che sono i rapporti sessuali e il concetto di amore e di relazione di coppia. Per cui l’età in questione non è un’età precoce, considerato i contatti diretti che hanno sul web rispetto a queste tematiche e argomentazioni.
Il discorso è che forse bisognerebbe ragionare meglio sulle modalità, perché quando si parla di sessualità bisogna, innanzitutto, capire se da parte dei bambini è un primo approccio a questo tipo di contenuti o in qualche modo hanno già avuto una sensibilizzazione, perché prima di parlare di rapporto sessuale e di sesso sarebbe opportuno instradarli verso un discorso più legato alle relazioni affettive, al conoscere il proprio corpo, compresi gli organi sessuali che sono parte integrante della persona. Occorre, però, sicuramente parlarne con le famiglie, perché essendo spesso un argomento tabù per i genitori, succede che ciascuno affronta questo argomento in maniera completamente diversa, per cui quando il bambino ripropone gli stessi contenuti che ha visto a scuola insieme alla maestra, c’è il rischio che vengano date nozioni differenti e non ci sia una continuità educativa. Sarebbe, dunque, auspicabile ricreare un’alleanza scuola-famiglia per collaborare insieme, perché fare un’efficace educazione e formazione è fondamentale, ovviamente se fatta in piena cognizione di causa e consapevolezza. E’ davvero alto il rischio di far arrivare delle informazioni fuorvianti ai bambini, e, proprio per tale ragione, bisogna prestare massima attenzione alle parole e agli esempi che si usano con loro, facendo in modo che non vengano condizionati negativamente da nessun punto di vista.