Approvato il decreto sull'obbligatoriatà vaccinale per l'iscrizione a scuola. Una misura necessaria, che tutela la salute non solo dei bambini che si vaccinano, ma anche di tutti quei soggetti che non possono vaccinarsi per motivi di salute (e quindi difende i più deboli), oltre che degli adulti che per motivi anagrafici non hanno beneficiato delle vaccinazioni da bambini.
Un decreto necessario per fare fronte al calo significativo delle vaccinazioni (anche quelle obbligatorie), che si sta traducendo in una recrudescenza delle malattie infettive. Oggi è il morbillo, il virus più contagioso e quindi più veloce a 'rialzare la testa', ma domani potrebbero essere la poliomielite o la difterite.
Un decreto efficace, perchè oltre a reintrodurre l'obbligatorietà per l'accesso alle scuole (che in Italia c'è stata per 30 anni, ricordiamolo) estende la copertura obbligatoria a molti vaccini importantissimi: quelli contro haemophilus influenzae e menigogocco B e C per scongiurare le meningiti, a cui si aggiungono i vaccini anti-morbillo, rosolia, parotite e varicella. Si esce così dalla dicotomia (un tantino schizofrenica per lo meno dal punto di vista scientifico) tra vaccini obbligatori (anti-polio, difterite, epatite B e pertosse) e "fortemente consigliati". In realtà si tratta di strumenti egualmente efficaci e importantissimi per la tutela della salute.
Tutte bene allora? Quasi. Perchè, come sempre quando un argomento polarizza l'opinione pubblica e viene impropriamente utilizzato per fare delle battaglie ideologiche, le ragioni politiche si sono sovrapposte a quelle scientifiche.
La posizione del Ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, di fronte al movimento d'opinione che rumorosamente gridava alla violazione del diritto all'istruzione, ha portato ad una legge a metà: obbligo fino a 6 anni (nido e materna), ma non per la categoria forse più a rischio sia come soggetto che come moltiplicatore di infezioni, ovvero gli alunni delle scuole elementari e medie.
Il compromesso è l'erogazione di sanzioni pecunarie per i genitori dei ragazzini da 6 a 16 anni non ottemperanti, con la possibile segnalazione al Tribunale dei Minorenni per una eventuale revoca della potestà genitoriale. Una norma che "fa effetto" ma anche che "fa acqua". Innanzitutto il diritto alla salute è dominante su quello dell'istruzione, perchè la salute individuale è un'esigenza primaria da cui dipende la salute della società stessa.
Inoltre, l'introduzione di sanzioni pecuniarie onerose introduce essa stessa una duplice aberrazione: i) il principio che una legge la posso infrangere quante volte voglio basata che paghi la multa, riducendo l'obbligo vaccinale (e quindi la tutela della salute) alla stregua di un divieto di sosta; ii) la discriminazione tra chi può pagare, e quindi evitare l'obbligo, e chi non può: insomma un'altra distinzione tra ricchi e poveri.
Viene anche da chiedersi: alla famiglia indigente che non può pagare la multa viene vietato l'accesso all'istruzione dei figli? O si procederà al pignoramento dei beni per insolvenza? Non è forse questa una forma di discriminazione? Molto meglio per la salute di tutti (e molto più democratico) sarebbe stato estendere l'obbligo fino a 16 anni, senza introdurre correttivi che rischiano di indebolire l'efficacia della legge in termini di tutela della salute e appaiano quanto meno dubbi sul piano dei pari diritti.
Detto questo, la legge rimane un passo avanti importante, utile e necessario. Brava Ministro Lorenzin: "chapeau".