Non dobbiamo assolutamente stupirci di questo allarme lanciato dal Ministero della Salute in merito alla comparsa di così tanti nuovi casi di morbillo. Dopo che, negli ultimi anni avevamo assistito a una progressiva ma inesorabile riduzione del numero di persone vaccinate e dunque del tasso di copertura vaccinale della popolazione, c'era da attendersi, che presto o tardi questo abbassamento delle nostre difese immunitarie sociali favorisse un ritorno consistente del morbillo.
Non poteva, del resto essere altrimenti, con questo particolare virus (Paramyxovirus) che è estremamente veloce nel diffondersi e ha un tasso di contagiosità quattro volte piùelevato di quello dell'influenza. Si tratta di un virus da non sottovalutare.
In un contesto del genere, vedere dati come quelli resi noti oggi dal Ministero (700 casi in soli due mesi contro gli 844 dello scorso anno, un incremento pari al 230 per cento) davvero non sorprende. La riduzione del numero dei bambini vaccinati soprattutto contro il morbillo è la diretta conseguenza di un caso emblematico di post-verità scientifica. Nel 1998 un medico Britannico, Andrew Wakefield pubblicò una ricerca su una importante rivista scientifica in cui si dimostrava che esisteva un rischio autismo per i bambini che venivano vaccinati con il vaccino trivalente.
Nonostante successivamente sia stato dimostrato che Wakefield aveva falsificato i dati, e la sua conseguente radiazione da parte dell'ordine dei medici, quella bufala scientifica ha alimentato un vasto fronte di opinione pubblica da sempre diffidente nei confronti dei vaccini in particolare e della scienza in generale. Se il livello di vaccinazione scende sotto una certa soglia che è quella del 95 per cento è difficile contenere la diffusione del virus, soprattutto all'interno di settori della popolazione ben definiti.
Purtroppo negli ultimi anni si è diffusa e consolidata una certa resistenza contro la vaccinazione da parte dei genitori dei bambini in età prescolare che, a loro volta sono scoperti dalla vaccinazione. Così il virus passa, attraverso le famiglie dalle scuole ai luoghi di lavoro e nel breve giro di una settimana è in grado di diffondersi in una intera città. Il sistema attuale della vaccinazione consigliata e gratuita non funziona e questi dati indicano con certezza che è arrivato il momento di avviare sul punto una discussione molto seria. Serve la vaccinazione obbligatoria.