Nell’ultimo romanzo di Don De Lillo ("Zero K") c’è una frase rivelatoria del tempo che viviamo. Dice: “La catastrofe è la nostra favola della buonanotte”. Significa che viviamo immersi in una narrazione negativa, in cui sembra che la fine del mondo, o comunque delle nostre certezze e delle nostre sicurezze, sia ineluttabile. Guardatevi attorno, leggete un qualunque giornale, accendete la tv o la radio: non sembra anche a voi che il futuro sia una minaccia da tenere lontana? Non a tutti ovviamente. Io, come alcuni di voi, invece, resto un ottimista razionale e come favola della buonanotte l’altra sera ho provato con il libro di Giampaolo Colletti “Sei un genio!”.
Racconta la rivoluzione degli artigeni, degli artigiani che si sono reinventati una vita con una idea geniale, spesso usando la rete, ma non solo. C’è chi ha scoperto un nuovo modo di soffiare il vetro, di gestire un alveare, di vendere il pecorino sardo facendo adottare le sue pecore online. Chi ha aumentato i clienti della sua enoteca offrendo un bicchiere di vino a chi si dà un bacio, e chi ha restituito vita ai macchinari di una vecchia tipografia usando il digitale. C’è l’imbianchino che si fa promozione usando YouTube e il rocker che usando Facebook ha organizzato una rockband di mille musicisti.
Sono storie della buonanotte non catastrofiste ma non sono favole: sono storie vere. Sono accadute in Italia, accadono ogni giorno. Raccontano di donne e uomini che davanti alla crisi non solo non si sono arresi, non solo hanno resistito, perché non basta resistere: ma hanno rilanciato. Hanno scommesso sulle nuove tecnologie e sul digitale per inventarsi qualcosa di nuovo. Perché, a volte ce lo dimentichiamo, l’innovazione nasce proprio quando le condizioni sono difficili, quando c’è un ostacolo che pare insormontabile. E’ lì che si vede la forza di una idea nuova. Il problema, lo dice l’Istat, è che questi artigeni sono ancora pochi. Non cambiano il PIL e nemmeno i dati sulla disoccupazione. La speranza è che siano solo degli apripista: uscire dalla crisi, cambiare vita a volte dipende solo da noi. Magari si può iniziare cambiando favole della buonanotte.