Quando sei al massimo della popolarità, come Ed Sheeran, con il tuo ultimo disco in cima alle classifiche da settimane, devi aspettarti di tutto. Come il fatto che una tua fan, un po’ picchiatella, finisca in carcere 8 settimane per disturbo della quiete pubblica per avere messo in loop e al massimo volume la tua canzone Shape of You durante la notte. Per un’ora e mezzo. Poi i vicini hanno chiamato la polizia e il giudice, visti i precedenti della signora, ha fatto il resto. E’ appena successo, non nella Russia di Putin ma a Willenhall, una tranquilla cittadina inglese.
Oppure può succedere che un’altra tua fan, che vorrebbe fare la cantante, abbia registrato un video con la cover di un tuo successo, Castle on the Hill, e si sia ritrovata bannata da Facebook per tre giorni con la minaccia, se avesse insistito, di essere cancellata per sempre dal social network. A vita!
Sulla prima storia c’è poco da aggiungere, ma la seconda invece ha un finale a sorpresa e una lezione per tutti, soprattutto per le case discografiche. Insomma, la giovane musicista di strada, che ha la stessa età di Sheeran, si chiama Charlotte Campbell. E suona per le vie di Londra. Quando Facebook la blocca lei registra una video per spiegare cosa era accaduto e a sorpresa interviene Sheeran in persona con un altro post in cui dice: scusa, non c’entro nulla con la sanzione, continua pure a suonare le mie canzoni. Ora va detto che anche Sheeran ha iniziato come busker, suonando nella metropolitana di Londra. E prima di lui tanti altri, da Beck a Tracy Chapman, da BB King a Janis Joplin fino a Rod Stewart. Ma allora non c’erano i telefonini che filmano tutto e lo mettono in rete con un clic; e non c’erano questi sofisticati software che avvisano in tempo reale le case discografiche che c’è stata una violazione del copyright in modo che si possa chiedere a Facebook di bloccare l’utente.
Se ci fossero stati chissà quanti grandi artisti avremmo fermato sul marciapiede. Ma anche adesso che c’è questa meraviglia che è la rete, dovremmo ricordarci una massima di qualche anno fa dello scrittore Cory Doctorow. A proposito del fatto che parti dei suoi libri fossero in rete gratis, diceva:
"Il mio problema con Internet non è essere copiato, ma essere ignorato".