Due vite esemplari che non hanno bisogno di miracoli per essere beatificate
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Due vite esemplari che non hanno bisogno di miracoli per essere beatificate
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  • il 9 ottobre 2013 con Angela da Foligno (1248-1309) e
  • il successivo 17 dicembre con il gesuita Pietro Favre (1506-1546),
  • l’anno dopo con il gesuita Anchieta, con suor Maria Guyart e con il vescovo Francesco de Montmorency-Laval e
  • infine il 27 aprile 2014 con Giovanni XXIII, in questo caso i miracoli erano numerosi ma il Papa ha esentato da questa fase del processo.

Ad esempio, Don Tonino Bello

"Coraggio! Vogliate bene a Gesù Cristo, amatelo con tutto il cuore, prendete il Vangelo tra le mani, cercate di tradurre in pratica quello che Gesù vi dice con semplicità di spirito. Poi, amate i poveri. Amate i poveri perche' e' da loro che viene la salvezza, ma amate anche la povertà. Non arricchitevi".

"Vivere la Chiesa del grembiule"

Il secondo: Luigi Rocchi

“Tante volte mi sono chiesto - si legge in una lettera - il perché di tanto soffrire, di tanto dolore. Ma Gesù stesso non ha voluto chiarire questo mistero. Egli non è venuto per toglierci la sofferenza, né per spiegarla. Ci ha insegnato il modo per farne veicolo e causa di salvezza... La sofferenza in sé non ha valore, ed è abominevole, schifosa, credimi: io ne so qualcosa, io che la vivo tutti i giorni e ogni giorno aumenta e diventa più gravosa. Ma il valore sta nel sopportarla per amore degli altri. La sofferenza, la croce fece ribrezzo pure a Gesù: ‘Padre, se è possibile, allontana da me questo calice…’. Gli faceva ribrezzo, ma Lui l’accettò, l’affrontò per amore degli altri”.
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