E’ una canzone scritta da Ferdinando Russo nei primi anni del '900 (qui eseguita da Lara Carace). La storia è ambientata in Paradiso, e il senso è che la Madonna trova il modo di far arrivare a tutti la Misericordia di Suo Figlio, (che per questo è morto sulla Croce) anche a costo di “superare” i divieti di San Pietro, detentore del “potere delle chiavi”. Papa Francesco l’ha citata per la seconda volta nel suo Pontificato. “C'è una tradizione del Sud Italia - ha spiegato - quella della Madonna dei Mandarini: dicono che è la patrona dei ladri, che vanno a pregare là. E dicono che quando uno di loro bussa alla porta di San Pietro per entrare in Paradiso, da dietro all'Apostolo la Vergine fa cenno al ladro di nascondersi e aspettare. E che poi di notte lo faccia entrare dalla finestra". Un "racconto popolare" , così lo ha definito, che il Papa ha proposto ai partecipanti al corso della Penitenzeria Apostolica. "Mi ha fatto tanto bene - ha confidato - quando da giovane leggevo sant’Alfonso Maria de Liguori sulla Madonna: nel libro 'Le glorie di Maria', dopo ogni riflessione teologica, c'è un racconto nel quale la Madonna sempre si mischiava nella vita e arrangiava le cose".
La "Madonna dei ladri"
Questa bellissima canzone napoletana (il cui ritornello recita “Ma ‘a Madonna, quanno ognuno sta durmenno a suonne chine, annascuso ‘e tutte quante va e lle porta ‘e mandarine’”) deve essergli entrata in testa, a Papa Francesco, che la prima volta ne ha parlato all’Incontro con il Movimento di Schönstatt il 25 ottobre 2014. “Nel Sud d’Italia - ha detto - non so se in Calabria o in Sicilia, c’è la devozione alla Vergine dei mandarini, in una zona dove ci sono molti mandarini, no? E sono devoti della Vergine dei mandarini i cialtroni, i ladri. Questi sono devoti. E dicono che la Vergine dei mandarini li ama e la pregano, perché quando andranno in Cielo, Lei guarda la coda della gente che arriva, no? E quando vedrà uno di loro, gli farà così con la mano e dirà loro di non passare e di nascondersi. E nella notte, quando sarà buio e non ci sarà San Pietro gli aprirà la porta! E’ un modo molto folcloristico e molto popolare, di una verità molto grande: di una teologia molto grande: una madre si prende cura di suo figlio fino alla fine e cerca di salvargli la vita fino alla fine. Da qui la tesi di San Alfonso Maria de Liguori che un devoto di Maria non si condanna, no”.
Anche al Nord, precisamente a Brescia, c’è una “Madonna dei ladri”, quella venerata come “La Madonna del lino”, così si chiama la chiesa, e il riferimento ai ladri e ai lini si spiega con il fatto che è la protettrice dei commercianti che popolavano le bancarelle in piazza, ma questa è un’altra storia. In comune tutte queste Madonne (“ma Maria è una sola, e puoi incontrarla a Lourdes, Fatima, Loreto e Pompei, e certo anche e nel tuo cuore”, come ha spiegato il cardinale Dionigi Tettamanzi, fine teologo e grande pastore, facendo un elenco al quale il cardinale Schoenborn ha poi aggiunto anche Medjugorje) hanno l’autenticità della devozione popolare, alla quale Francesco ha fatto riferimento tante volte.
La "Teologia del popolo"
La “Teologia del popolo” è uno dei temi più originali di questo Pontificato e scaturisce dall’esperienza della Chiesa latinoamericana così come la Teologia della Liberazione messa all’indice dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, che dovette poi recuperarne i valori da Papa. Benedetto XVI, infatti, nel 2007 si recò ad Aparecida, in Brasile, dove era riunito l’Episcopato dell’America Latina e relatore di quell’Assemblea era il cardinale di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, che spiegò: “la spiritualità popolare è una strada originale sulla quale lo Spirito Santo ha condotto e continua a condurre milioni di nostri fratelli. Non si tratta soltanto di manifestazioni di religiosità popolare che dobbiamo tollerare, si tratta di una vera spiritualità popolare che deve essere rafforzata secondo le sue proprie vie”. Come dire: il popolo è detentore della verità in quanto il Vangelo è incarnato nel suo cuore. “Dopo Aparecida - ha poi spiegato Bergoglio, da Papa, nella prefazione al libro ‘Introduzione alla teologia del popolo’ del teologo argentino Ciro Enrique Bianchi, pubblicato da Emi - non possiamo più trattare la pietà popolare come la Cenerentola di casa. Non è la Cenerentola della casa”. Perché i fedeli più semplici “non sono quelli che non capiscono, quelli che non sanno”. “Mi dispiace - ha confidato Francesco - quando qualcuno dice: ‘Quelli dobbiamo educarli’. Ci perseguita sempre il fantasma dell’Illuminismo, quel riduzionismo ideologico-nominalista che ci porta a non rispettare la realtà concreta. E Dio ha voluto parlarci tramite realtà concrete”.
La Morenita
La Teologia del popolo è plasticamente rappresentata dalla “Morenita”, la Vergine meticcia che è Madre dell’America Latina, venerata a Guadalupe dove essa volle rivelarsi al più piccolo e umile di quel tempo, l’indio Juan Diego che si ritrovò il volto incantevole della Madre di tutti impresso nella giubba. Davanti a quell’icona acherotipa Francesco ha sostato in preghiera 20 minuti seduto nel “Camarin” del santuario mariano più visitato al mondo. Una foto che poi ha fatto il giro del mondo, grazie anche ai social.
Vero “papa pop”, Francesco infatti è il Pontefice della devozione popolare ma anche quello che sta sbancando su Twitter (circa 35 milioni di follower nelle 9 lingue) e su Instagram (oltre 10 milioni di contatti) dove è approdato esattamente un anno fa. "E' talmente importante l'immagine nel mondo che quando io mi avvicino ai bambini, i bambini non vogliono parlare perché sono timidi ma mi portano un'immagine e allora io domando loro: 'Che significa questa immagine?' E poi lì si sciolgono e uno li deve fermare perché cominciano a raccontare tante cose di sé”, ha detto parlando di "teologia dell'immagine" con Kevin Systrom, il "fondatore" di "Instagram", come ha rivelato, in un'intervista alla Radio Vaticana, monsignor Lucio Ruiz, il numero due del super dicastero voluto da Papa Francesco per mettere ordine nella precedente giungla dell'informazione vaticana, la Segreteria della Comunicazione. “@Franciscus” in un anno ha raccolto 3 milioni e mezzo di follower con una totalità di 335 post che ripercorrono in qualche modo il suo magistero: foto di udienze generali, video delle omelie pronunciate nel corso della messa mattutina presso la Domus Santa Marta, intenzioni di preghiera e messaggi di pace e in favore del dialogo ecumenico e tra i popoli lontani.