“Con quel suo passo pesante era arrivato all’ultimo gradino della scala d’ingresso. Nell’aria ancora un sentore acre di tabacco… La sagoma imponente varcò il portone, salutando i due gendarmi, e fu inghiottito dal mastodontico palazzo di giustizia”.
Chi ha appena salito le scale è Maigret, il famoso commissario uscito dalla penna del romanziere Georges Simenon, la persona che, tramite quel personaggio, ha fatto conoscere a buona parte del mondo questo edificio, sede della polizia giudiziaria, piantato sull’Ile de la Cité, un isola proprio in mezzo alla Senna, al centro di Parigi.
Bastano quattro cifre. Secondo l’Unesco, da quando ha iniziato a scrivere ad oggi, Simenon ha venduto circa settecento milioni di copie delle sue opere in oltre cinquanta Paesi. Siccome più della metà delle vendite è costituita dai Maigret, vuol dire che sono almeno 400 milioni le inchieste del commissario diffuse dal 1931 ad oggi. E, praticamente, in ogni inchiesta compare il suo ufficio e quello dei suoi ispettori, proprio al 36 di Quai des Orfèvres.
Credete che ci sia stato qualcuno al mondo che ne abbia divulgato di più la sua immagine?
Ma torniamo a oggi. Praticamente tutte le polizie di Parigi saranno riunite a Batignolle, in un super grattacielo tutto vetri che dovrebbe essere il massimo della funzionalità con i suoi 30.000 mertri quadri. Ma… c’è un ma. Come riporta la stampa francese nei giorni scorsi, si leva qualche mugugno tra quelli già arrivati. Il palazzo è molto grande e luminoso, ma sembra che lo spazio a disposizione per ognuno sia diminuito. Addirittura c’è chi lamenta che all’interno i cellullari non prendano, che fuori non si trovi parcheggio, che lì intorno non ci sia un posto dove mangiare decentemente “…altro che Brasserie Dauphine!” (la mitica brasserie, inventata da Simenon, dove Maigret mangiava, beveva, fumava la pipa da solo o in compagnia di qualche suo ispettore).
Insomma il cambiamento pare porti qualche disagio. Inoltre la piena funzionalità della nuova sede subisce uno slittamento, dalla fine 2017 al secondo semestre del 2018, per qualche problema di logistica, per alcuni ritardi nei lavori e per gli allora non previsti adeguamenti alle misure anti-terrorismo.
Ma torniamo alla vecchia sede che non rimarrà del tutto deserta, infatti lì resterà operativa la BRI Brigade de recherche et d’investigation e poi… poi finché al mondo si venderanno libri delle inchieste di Maigret, Quai des Orfèvres rimarrà viva e operativa nella mente di tutti i lettori, con l’ufficio di Maigret con affaccio sulla Senna, con la sua stufa a carbone che il commissario carica fino a far diventare incandescente, con l’acquario, la stanza con una parete di vetro dove lasciavano per ore ed ore i sospettati prima di interrogarli… così,tanto per… ammorbidirli.
E poi il laboratorio scientifico diretto da Moers, nei vani del sottotetto. E ancora l’ufficio del giudice Comeliau… e la stanza degli ispettori, comunicante con l’ufficio di Maigret. Insomma sarà dura far morire nell’immaginario collettivo la figura questo imponente edificio che un paio di anni fa ha compiuto 150 anni.
Scommettiamo che tra 150 se ne parlerà ancora? Scommessa facile, tanto per allora non ci saremo né voi, né tantomeno nemmeno io.