La notizia della morte di Stefano Rodotà è arrivata in redazione mentre preparavamo la seconda edizione dei titoli: l’addio a un giurista e a un intellettuale di sinistra che si è sempre contraddistinto per la sua libertà impoverisce la nostra politica. Una politica che lui vedeva già povera per la mancanza di riferimenti culturali: “La cattiva politica è figlia della cattiva cultura", aveva affermato una ventina di anni fa.
L’emergenza migranti che divide l’Ue, il sentiero stretto della Brexit, il caldo che squaglia l’Italia nel weekend dei ballottaggi per le comunali: la scelta degli altri titoli ci ha portato a privilegiare questi tre temi. Nel giorno in cui l’Organizzazione internazionale per le migrazioni(Oim) ha comunicato che da inizio anno sono morti 2.000 migranti lungo la rotta tra il Nord Africa e la Sicilia, nella capitale belga è andato in scena un nuovo scontro su come l’Europa debba far fronte a questo vero e proprio esodo.
Dalla parte dell’Italia, che chiede più solidarietà, si sono schierati i vertici delle istituzioni comunitarie e soprattutto Emmanuel Macron e Angela Merkel, il rinascente asse franco-tedesco che ha pronunciato un ‘mea culpa’ a nome dell’Europa per aver sottovalutato questa crisi. Ancora una volta, però, il Gruppo di Visegrad – Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria - ha fatto quadrato nel dire no alla redistribuzione dei profughi.
Frenata anche sulla Brexit, con la bocciatura da parte dei Ventisette della proposta di Theresa May sul primo punto all’ordine del giorno: la tutela dei cittadini Ue residenti nel Regno Unito. Non basta garantire chi risiede da almeno cinque anni, ribatte Bruxelles, bisogna sapere con certezza cosa accadrà agli altri e se potranno far valere i loro diritti davanti alla giustizia europea o dovranno adire una corte di Sua Maestà che difficilmente sarà sensibile alle loro istanze.
Più nell’immediato a spaventare tutti gli italiani è l’ondata di caldo che non accenna ad attenuarsi, con in arrivo un weekend da bollino rosso in 10 città. All’orizzonte non ci sono perturbazioni e così ci apprestiamo a entrare nel mese di luglio con un clima africano e un’agricoltura in ginocchio.