Un'accusa "ridicola" lanciata da "un topo ormai in trappola che si agita senza alcuna razionalita'" secondo l'ex ministro degli Esteri e presidente dell'Ipalmo, Gianni De Michelis; un "messaggio ad uso interno" per rinverdire agli occhi dei libici quell'ideologia anticolonialista che e' stata "la bandiera" del Colonnello secondo il direttore dello Iai, Ettore Greco. Cosi' alcuni esperti commentano all'Agi la teoria del complotto dell'Occidente ribadita oggi da Muammar Gheddafi per spiegare la rivolta in Libia. Una teoria bocciata anche dal giudice Rosario Priore, secondo cui "non e' piu' tempo di complotti", ma "continua ad esistere una tendenza, da parte di Paesi privi di risorse energetiche, a riprendere una posizione di dominio su Paesi che invece di risorse ne hanno in abbondanza".
Per De Michelis la prova che il rais di Tripoli e' "in trappola" e' nel suo discorso contradditorio, in cui "ha utilizzato due argomenti in antitesi fra loro: da una parte il complotto colonialista ordito dall'Occidente, dall'altra l'insurrezione di tipo qaedista che minaccia lo stesso Occidente". La verita', osserva il presidente dell'Ipalmo, e' che il "sistema di appeasement delle tribu' libiche, realizzato da Gheddafi negli ultimi 40 anni, e' ormai al punto di rottura". E se il popolo e le 'cabile' (le tribu' libiche) hanno ormai abbandonato il Colonnello, la situazione non e' certo migliore per il rais a livello internazionale. "Direi che Gheddafi e' riuscito nel capolavoro di porre contro di se' l'intera comunita' internazionale": in primis la Lega araba e il Consiglio di cooperazione del Golfo, entrambi schierati a favore nella no-fly zone. Per non parlare dell'Unione africana, tenuto conto, in aggiunta, che "la strategia di Gheddafi e' stata negli ultimi anni quella di accreditarsi piu' come leader africano che arabo". Dunque, anziche' gridare al complotto colonialistico, il Colonnello dovrebbe prendere atto di aver perso l'appoggio non solo dell'Occidente, ma anche "di tutta la comunita' non occidentale e non colonialistica".
Anche il giudice Priore boccia senza esitazioni la teoria del complotto occidentale. D'altro canto, l'Europa "ha bisogno di risorse" e, dunque, la necessita' e' che i flussi di petrolio continuino. Per Ettore Greco, invece, il discorso di Gheddafi e' soprattutto "un messaggio ad uso interno". Sin dal colpo di Stato che lo porto' al potere nel 1969 "il regime del Colonnello scelse di connotarsi con la bandiera ideologica dell'anticolonialismo, accusando il re di aver venduto la patria agli stranieri". Una bandiera che per il rais "costitui' la principale fonte di legittimazione", tanto che la sua retorica anti-Occidente e' proseguita anche dopo il ritorno alla normalita' dei rapporti con l'Europa. Dunque, "e' naturale che, nel momento in cui Gheddafi cerca di rilanciare il suo regime agli occhi dei libici, scelga di riproporre un discorso di questo tipo".
Per il direttore dello Istituo Affari Internazionali, la fonte della legittimita' dei regimi arabi e' uno degli aspetti fondamentali su cui occorre riflettere alla luce del terremoto che sta sconvolgendo nord Africa e Medioriente. "Vi sono monarche elitarie, come quelle del Golfo o quella marocchina, che hanno una legittimita', seppure parziale, che deriva da una tradizione storico-religiosa. Mentre nel caso delle leadership non monarchiche, come quella siriana, libica o algerina, la legittimita' tra origine da un'ideologia di Stato". Ancora piu' chiaro il caso dell'Egitto, dove la transizione, sia pure con mille difficolta', "e' stata possibile proprio perche' costruita attorno a un fulcro istituzionale, l'esercito, che e' stato e' stato riconosciuto come legittimo". Nel caso della Libia, invece, "tutto cio' non esiste. Vi e' solo un sistema di tribu' giocoforza instabile poiche' formato da diversi centri di potere". Di qui il tentativo di Gheddafi di cementare il consenso del suo popolo rinverdendo la retorica anti-colonialista. Una strategia che, secondo Greco, e' destinata a fallire poiche' la costante delle proteste arabe scoppiate recentemente "e' proprio l'assenza di un elemento anti-occidentale". "E' un fenomento sorprendente poiche' molti di questi regimi sono stati sostenuti dall'Occidente ed esiste oggettivamente un sentimento anti-occidentale. Eppure in queste settimane non si e' manifestata alcuna protesta di questo tipo. Percio' ritengo che far leva sul leit-motiv tradizionale della lotta al colonialismo sia ormai inefficace rispetto alle aspettative delle masse arabe".